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Il proto-dinosauro di Torre del Porticciolo: scoperti i fossili di “un esemplare unico"

La Costa dei Miracoli : emersi resti fossili di 270 milioni di anni

23Gen2020

A Torre del Porticciolo sono emersi i resti fossili di un enorme rettile vissuto alla fne del Paleozoico, circa 270 milioni di anni fa. La scoperta è sata compiuta da un gruppo di paleontologi dell'Università di Pavia e della Sapienza di Roma in collaborazione con National Geographic. L'esemplare, affine al genere Cotylorhynchus, è il primo grande vertebrato paleozoico che viene scoperto in Italia

I paleontologi non hanno dubbi, si tratta di un esemplare unico, il primo ritrovato in Italia. Il suo nome è Alierasaurus ronchii ed è una sorta di proto-dinosauro erbivoro vissuto nel Premiano medio tra 279 e 272 milioni di anni fa. I suoi fossili sono stati scoperti nei depositi della Formazione di Cala del Vino, sul promontorio di Torre del Porticciolo ad Alghero e sono stati pubblicati in maniera completa questo mese sulla rivista Palaeontologia Electronica e in maniera più divulgativa sul National Geographic. Lo studio è stato portato avanti da una équipe del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pavia, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università La Sapienza di Roma, il Museo di Storia Naturale di Milano e il Museum für Naturkunde di Berlino.

Già dai primi scavi, gli scienziati avevano ipotizzato di avere a che fare con uno dei più grandi fino ad ora rinvenuti. Gli esami specifici delle parti del cranio, delle vertebre e del piede lo hanno ora confermato. La sua lunghezza si aggirava intorno ai 7 metri, insomma siamo di fronte ad un vero e proprio gigante ma che aveva la peculiarità di avere un collo molto corto e addirittura una testa ancora più piccola se proporzionata al resto del corpo. Nell’insieme perciò, l’animale appariva tozzo come un barilotto, con arti anteriori più lunghi e robusti rispetto a quelli posteriori. Altra particolarità era la presenza di un apparato masticatorio rudimentale. I denti – come ha rimarcato sul National Geographic Marco Romano, paleontologo del Museum für Naturkunde di Berlino – non venivano infatti utilizzati per masticare il cibo, ma per strappare le piante che poi venivano inghiottite per intero. Il cibo veniva triturato grazie alla presenza di una lingua possente che comprimeva i vegetali su dei denticoli presenti sulle ossa del palato.

Sino alla scoperta di quattro anni fa a Porticciolo, si pensava che questi stessi esemplari fossero limitati a una ristretta zona geografica degli Stati Uniti.

La stessa scoperta, dunque, allarga la nota distribuzione della famiglia dei cotylorhynchus e conferma l’ipotesi di una continuità terrestre tra il Nord America e l'Europa per tutto il Permiano e per la maggior parte del Permiano Medio: una continuità necessaria per la migrazione degli animali.

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